Alla Maestosità del Mosè scolpita dal Michelangelo è legato l’aneddoto leggendario secondo il quale lo scultore, contemplandola al termine delle ultime rifiniture e stupito egli stesso dal realismo delle sue forme, abbia esclamato “Perché non parli?” percuotendone il ginocchio con il martello che impugnava.
Potremmo nominare un’infinità di opere uniche dal David, al Cristo Velato, alla Nike di Samotracia, al Laooconte, alla Pietà e mille altre, tutte nella loro infinita bellezza e potenza, svelano ciò che le accomuna: originariamente sembravano dei comuni pezzi di marmo e sono venute alla luce nella loro immensità grazie a quel miracoloso talento naturale che solo lo scultore ha, cioè quella di intravederne l’essenza e valorizzarne l’anima dandone una forma eccelsa.
Un’artista scorge la bellezza osservando e sentendo quel fuoco vivo che arde dentro quell’oggetto inanimato e che vuole esplodere ed esternare la sua unicità.
Con profondo rispetto, rigorosa umiltà e con le dovute proporzioni, mi perdonerete l’accostamento delle due arti da me preferite e mi permetterete di spiegarne la metafora dello scultore con il coach, già ben utilizzata da altri e che a me entusiasma moltissimo, perché riesce a rendere meglio l’idea dell’approccio che il coach ha con il coachee, cioè il cliente.
Il coaching è un processo di sviluppo personale e professionale che mira ad aiutare le persone ad individuare le proprie potenzialità, molto spesso inconsapevoli ed ad attivare le risorse necessarie per evolvere i propri processi interiori e valorizzare i propri punti di forza, trasformando anche i punti di debolezza in leve dal quale partire per superare i propri blocchi mentali.
Il Coach, affianca il cliente in un percorso mirato ad identificare le sue sfide, i suoi obiettivi e le sue aspirazioni e gli fornisce gli strumenti e le risorse per raggiungerli in autonomia.
Laddove il coachee molto spesso si vede e si sente come un comune pezzo di marmo, il Coach già vede in lui la sua forma bellissima racchiusa al suo interno, già ben oltre la superficie del blocco di marmo e attraverso le competenze e gli strumenti del lavoro svolto insieme aiuta il cliente a realizzare il suo potenziale.
E proprio come uno scultore, che utilizza un’ampia varietà di strumenti per modellare il marmo e togliere ciò che non serve, il coach deve avere una vasta gamma di competenze e di tecniche a disposizione. Approfondisce i valori, le convinzioni, i suoi perché, le sfide e attraverso l’ascolto attivo, la comunicazione efficace, lo guida nel raggiungimento degli obiettivi, la gestione del tempo e delle risorse.
Come uno scultore, il coach ha la capacità di essere flessibile e di individuare le strategie che sono in grado in maniera efficace di orientare il cliente al raggiungimento del proprio scopo, della propria mission e vision.
Infine, come uno scultore che completa la sua opera d’arte pronta a essere consacrata all’apprezzamento di tutti per l’eternità, anche il coach, quando vede spiccare il volo al coachee, con fierezza ne celebra il successo condividendone anche le vittorie se il contesto lo richiede e lo aiuta a rimanere sintonizzato alle risorse attivate per continuare a crescere ed evolversi in modo autonomo.
Ed è così che la magia avviene…sì, è proprio così, un lavoro fatto insieme si trasforma nel più bell’investimento che ognuno può fare per la propria crescita personale e professionale.
E tu quanto sei consapevole che dentro di te c’è un potenziale inespresso che è pari alla bellezza del Mosè di Michelangelo?